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Come Vito Salierno scrive nella Premessa a quest'opera tragica in quattro atti dell'Ottocento - Il seudan di Bari a firma di Francesco Rubino e da lui curata - dipingere, scrivere, musicare e rappresentare teatralmente situazioni orientali da Mille e una notte fu una moda tipica del Nord Europa e in specie della Francia, che poi influenzò il resto del vecchio continente. L'Italia non ne rimase esente, anzi, come lo stesso Salierno ci fa sapere, non poche furono le rappresentazioni in teatri anche del Sud, da Napoli a Bari. E proprio nella città pugliese, dove nel IX secolo si era instaurato un emirato arabo, dieci secoli dopo, nel 1885, la tragedia lirica aveva visto la luce sotto forma di un libretto a firma appunto del Rubino e con musica di Nicola Ferri. "L'importanza della presente edizione - si legge nella breve presentazione di Maurizio Nocera - sta nel fatto che del libretto, stampato in prima ed unica edizione nel 1885 col titolo di Ida di Benevento, non esistono che sole tre copie, per cui va dato merito a Vito Salierno per averla sottratta alla morte della dimenticanza".